In un territorio molto ristretto fra il mantovano e il veronese sono stati presentati ben tre progetti per nuove abnormi discariche di amianto. Se ne è discusso oggi in Consiglio regionale, dove l’Assessore all’ambiente ha dato una risposta a mio avviso insufficiente.
Si è parlato in particolare del progetto di discarica di amianto nel Comune di Marmirolo. Di fronte all’ipotesi di utilizzare metodologie di smaltimento dell’amianto alternative alla discarica, quali ad esempio l’inertizzazione, l’Assessore ha risposto genericamente che ad oggi non esistono ancora in Regione impianti industriali di inertizzazione. A mio avviso si dovrebbe avere più coraggio e approfondire le alternative che potrebbero rendere l’amianto inerte e quindi non pericoloso.
Questo progetto poi ha gravi criticità. Il Comune di Marmirolo ha 7.500 abitanti, eppure il proponente vorrebbe costruire una discarica di 350.000 metri cubi. Il conferimento annuo sarebbe di 108.000 tonnellate di rifiuti pericolosi contenenti amianto, praticamente il 30% dei rifiuti di questo tipo che ogni anno vengono conferiti in discarica in tutta l’Italia. Giustamente i cittadini provano una sacrosanta indignazione e si stanno mobilitando costituendo Comitati, raccogliendo firme, appellandosi ai Sindaci e alle Istituzioni. Come M5S vogliamo essere al loro fianco. È per questo che un mese fa ho depositato un’interrogazione in cui chiedo il rigetto del progetto.
Progetti simili sono stati presentati anche nei vicinissimi Comuni di Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona. Se realizzati, questa piccola area territoriale diventerebbe il più grande polo italiano di discariche di amianto. Da un punto di vista ambientale, innanzitutto i terreni su cui dovrebbe insediarsi la discarica hanno falde di acqua potabile vulnerabili al percolato. Cosa succederebbe se il fondo della discarica perdesse fibre di amianto e finissero nelle acque di falda? Inoltre, la rete viaria esistente non è stata progettata per sopportare ulteriori carichi da traffico pesante, con le relativi emissioni in aria di inquinanti. C’è poi la valenza naturale, agricola e turistica del territorio. Vicino al sito insediativo passa, infatti, la Ciclovia del Sole, una delle più importanti a livello europeo per il turismo ciclistico, in forte aumento negli ultimi anni. In quell’area gli Enti competenti stanno anche valutando la riattivazione di una ferrovia storica a fini turistici, progetto che sarebbe incompatibile con la discarica. Anche la Provincia di Mantova si è espressa negativamente sostenendo che il progetto, si pone in contrasto con tutti gli strumenti di programmazione e pianificazione provinciali e comunali.
È scritto nero su bianco in osservazioni che pochi giorni fa la Provincia ha depositato in Regione, ente competente in questa fase. Molto prossimo al sito della discarica c’è poi il Parco del Mincio, Ente fortemente tutelato per la sua valenza naturalistica. Infine, ci sono molte produzioni tipiche locali che non avrebbero certo beneficio dalla prossimità a un simile ecomostro. Anche qui l’intervento dell’Assessore è stato generico e vago, rimandando ai futuri approfondimenti in sede di valutazione di impatto ambientale.
Bisognerebbe valutare alternative al conferimento in discarica, anche se più costose, invece di progettare discariche da incubo solo perché più economiche. Prima del profitto vengono la tutela dell’ambiente, della salute, dei territori.