Legalità e trasparenza Notizie
La tavola era stata apparecchiata e imbandita ma, con il rispetto che dobbiamo all’Istituzione e ai cittadini, abbiamo scelto di non sederci.
Il mancato blitz, sottoscritto da tutte le forze politiche sedute in Consiglio regionale ad eccezion fatta del M5s, per reintrodurre l’indennità di fine mandato e il contributo pensionistico, per i consiglieri regionali della Lombardia, è il risultato dello psicodramma consumatosi ieri pomeriggio fra i partiti firmatari.
Non sappiamo se all’origine del ripensamento ci siano stati gli ordini ricevuti dalle segreterie romane, non sarebbe certo una bella prova di autonomia, o il senso di smarrimento dovuto al fatto che la notizia aveva cominciato a circolare. Tuttavia, siamo soddisfatti del fatto che anche le altre forze politiche, soprattutto quelle del fronte progressista, si siano allineate alla nostra posizione.
Il M5s è concorde nel ritenere che vi siano delle discrepanze tra il trattamento riservato in Lombardia ai Consiglieri rispetto a quello di altre Regioni. Riteniamo però che il metodo seguito per affrontare la questione sia totalmente sbagliato. Quello che servirebbe è un intervento legislativo nazionale omogeneo, non il procedere in ordine sparso dei Consigli regionali.
Non potevamo accettare che parte dei soldi destinati a finanziare la misura fossero prelevati dai fondi destinati alle spese di funzionamento dei gruppi consiliari, che servono per analisi tecniche e legali, comunicazione, strumentazioni.
In pratica il risultato sarebbe stato quello di dare meno soldi per fare politica al fine di dare più soldi ai politici: inaccettabile, soprattutto in relazione al dilagante astensionismo.
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