Lo Ius Scholae è un’opportunità di uguaglianza e si deve intervenire al più presto affinché diventi a tutti gli effetti uno strumento di democrazia e tutela dei diritti per tutti i bimbi che nascono e studiano nel nostro Paese.
Per questi motivi sarà il primo atto politico che porteremo nel primo consiglio regionale utile.
Il dibattito innescato da Tajani, negli scorsi giorni, non deve terminare con la fine dell’estate. Tajani ha lanciato il sasso e oggi nasconde la mano, perché ripreso da Meloni, ma Forza Italia già nel 2022 aveva votato a favore del DDl Brescia, quindi adesso deve rendere conto al suo elettorato e al Paese.
La Lombardia ha il numero più alto di studenti con cittadinanza non italiana, un quarto degli studenti stranieri studiano nella regione e Milano è la prima città in Italia per numero assoluto.
Il Movimento 5 Stelle da tempo si batte per la riforma dello ius scholae, inserita anche nel programma politico M5S, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età.
Riteniamo sia ingiusto non riconoscere a questi giovani cittadini gli stessi diritti dei loro compagni di classe.
Già nel 2022, con il DDl Brescia, il Movimento presentò in Parlamento una proposta di riforma della cittadinanza ispirata a questa soluzione. Il dibattito politico di questi giorni potrebbe finalizzare la proposta e sigillare un grande gesto di civiltà libero dalle solite ideologie partitiche.
La mozione che sarà portata in aula dal Movimento 5 Stelle, rimette al centro l’istruzione scolastica come elemento strategico di integrazione che possa affermare quel patto di fiducia necessaria per costruire una società più giusta, equa e democratica.

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