#NONSEIDASOLA

Alle istituzioni serve il coraggio per rendere libere le donne. Ma non c’è!

I dati dall’inizio dell’anno ad oggi, registrano 89 femminicidi rispetto ai 100 femminicidi dello stesso periodo dell’anno precedente (-11%). Un piccolo passo avanti ma la strada per debellare le violenze è ancora lunga e tortuosa.

L’anno scorso, in sede di approvazione del Bilancio, anche grazie alle nostre pressanti richieste, il Consiglio ha raddoppiato i fondi da destinare al potenziamento dei Centri Antiviolenza. Alle istituzioni serve il coraggio per rendere libere le donne, ma questo coraggio non c’è. Non si progredisce per far raggiungere l’indipendenza economica alle donne.

Servono sostegni per fare in modo che, a seguito della maternità, non si abbandoni il posto di lavoro, magari sviluppando i servizi, soprattutto di prima infanzia. In Lombardia ci sono molti comuni medio-piccoli che non sono riusciti a raggiungere l’obiettivo posto dall’UE di avere 33 posti disponibili ogni 100 bambini.

Istituire il salario minimo aiuterebbe ad eliminare le disparità retributive tra uomo e donna, a questo riguardo, alcuni mesi fa abbiamo chiesto anche di parificare il congedo di paternità con quello di maternità, realizzarlo sarebbe un altro passo avanti nella parità tra uomini e donne e tra madre e padre.

Occorre investire nella formazione a partire dalle giovani generazioni e nella diffusione di valori positivi, educare alla non violenza e alla capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto, inclusività, nel riconoscimento e nella valorizzazione delle differenze.

Non per ultimo, servirebbe il Reddito di Libertà, cioè il sussidio economico mensile riconosciuto alle donne vittime di violenza istituito dal Governo Conte II per favorirne l’indipendenza economica.

Solo con tutti questi sforzi potremmo cercare davvero di fermare questa violenza inaudita contro un genere umano.