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Post Expo, a che punto siamo? Il resoconto dell’incontro tra il M5S e il Dott. Grando, liquidatore di Expo Spa.

Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha incontrato il Dott. Grando, liquidatore di Expo Spa, per avere risposte sulle questioni ancora in sospeso.

BONIFICHE DEI TERRENI, RIPORTI E TERRE

Come vi abbiamo ricordato molte volte, avevamo stimato in ben 72 mln di euro i costi per bonifiche, riporti e terre. Compresi c’erano i 6 mln che risultavano nell’accordo del 2012, il resto è stato già pagato da Expo e ora è da richiedere ai vecchi proprietari, in base al principio “chi inquina paga”. Eravamo anche riusciti a far scrivere al Dott. Sala una lettera che ne richiedesse la restituzione ad Arexpo. Quest’ultima società, e in particolare uno dei soci, Fondazione Fiera, aveva alzato le barricate e minacciato di fare causa a Expo.

Poi è accaduto che poche settimane fa un Tavolo di lavoro non ben identificato ha quantificato in soli 29,5 mln i costi che Arexpo avrebbe dovuto restituire a Expo.

Il Dott. Grando ci ha spiegato che il suddetto Tavolo, composto da Regione Lombardia, Comune, Expo, Arexpo e Metropolitane Milanesi, ha lavorato per separare ciò che è imputabile oggettivamente alla voce “bonifiche” da ciò che è soggetto a valutazione ulteriore. Secondo Arexpo infatti, ai vecchi proprietari dei terreni, tra cui Fondazione Fiera (in pieno conflitto di interessi), non andrebbero richiesti i costi per riporti e terre, ma solo quelli per le bonifiche. E così, tutti chini a ridurre da 72 mln a 29,5 mln per le bonifiche accettate come tali, più 5,6 mln per le bonifiche come da precedente accordo, più 1,6 mln per il trattamento dell’amianto, più altri 0,5 mln non meglio identificati.

I restanti 35 milioni circa, già pagati con soldi pubblici, invece non verrebbero recuperati!

Noi ci vogliamo vedere chiaro e non ci accontentiamo dei 40 mln circa, che comunque sono stati recuperati grazie al nostro puntuale e determinato lavoro di “fiato sul collo”. Vogliamo capire se qualcuno stia cercando degli escamotage per non importunare ulteriormente alcuni ex proprietari, come Fondazione Fiera e Cabassi.

Abbiamo già chiesto il verbale del Tavolo in questione, dove sono stati concordati i 29,5 mln di euro, e ve ne daremo dettaglio appena lo riceveremo, in modo da analizzare voce per voce i costi riconosciuti e quelli non imputati.

Ma non è finita. Rispetto ai dati di cui disponiamo da un anno, risulta che i 72 mln richiesti da Sala ad Arexpo non contemplano le analisi di laboratorio Arpa per un costo di 290.620,36 euro, i costi di pre-bonifica di 548.369,10 euro, i costi di gestione e assistenze perché ancora da quantificare e gli oneri istruttori di 13.816 euro; per un totale di 852.805,46 euro, importo quantificato a ottobre 2013 (data dell’ultima tabella dettagliata a nostra disposizione) e pertanto mancano ancora per le stesse voci gli importi fino alla data della quantificazione di Sala, oltre a tutti i costi di gestione.

Per quale motivo? Stiamo continuamente giocando al ribasso con i soldi pubblici? In più, rimane ancora il dubbio se la bonifica dell’Areale 4, che era stata rinviata a dopo esposizione, sia stata fatta e/o quantificata per le cifre sopra concordate.

Infine, e per fortuna, il Tavolo ha concordato di quantificare in circa 1,6 mln di euro la spesa necessaria a trasformare l’area Expo da area indicata in tabella B nel Codice Ambiente (a uso industriale) a tabella A (a uso residenziale).

MISE

La Messa In Sicurezza Emergenziale (MISE) da parte di Expo della falda acquifera del nord Milano nell’aprile 2015 ci aveva insospettito e, raccogliendo documenti, siamo risaliti alla situazione in cui una certa società Weiss, poi diventata Brenntag, è stata individuata da tempo come società inquinante. A dicembre 2015 abbiamo ricevuto una lettera da ARPA che ammetteva tutte queste responsabilità e che la falda acquifera era ed è ancora altamente contaminata. E che avrebbe fatto partire nuove misurazioni (i cui risultati sono già stati da noi più volte sollecitati).

Ebbene, Regione Lombardia, e in particolare ARPA, cosa hanno fatto in questi anni per rivalersi su chi stava inquinando? E perché dall’incontro con il dott. Grando ci risulta che la stessa Regione Lombardia, tramite l’Osservatorio Ambientale, abbia chiesto ad Expo di proseguire con l’appalto MISE? E perché l’assessore al dopo Expo, Francesca Brianza, in commissione attività produttive poche settimane fa è sembrata completamente all’oscuro di tutto il problema? Si aggiunga che lo stesso Dott. Grando, presidente dei liquidatori, e i suoi collaboratori, non sapevano nulla di tutta il pregresso del MISE, così come nulla sapevano sull’individuazione del responsabile dell’inquinamento, tanto da avere affermato che i costi per la realizzazione e per il funzionamento dell’impianto sarebbero stati addebitati ad Arexpo anziché al soggetto responsabile.

Ancora una volta soldi pubblici a tutela di un privato. Ovviamente abbiamo chiarito che a livello giuridico e contabile questo è un errore a cui porre rimedio con urgenza. A quanto ammontano i costi dell’opera realizzata da Expo? Abbiamo chiesto copia dei costi dettagliati, che sembra si aggirino intorno ai 700.000 euro solo per la costruzione dell’impianto, per il funzionamento non sono stati in grado di risponderci.

Appena riceveremo, anche in questo caso, copia della documentazione vi aggiorneremo e andremo a fondo una volta per tutte.

ACCORDO SUL VALORE DELLE AREE

Nell’accordo quadro era previsto che, per le opere infrastrutturali realizzate da Expo e per le opere permanenti, Arexpo avrebbe versato a Expo un forfait di 75 mln. A seguito della lettera di richiesta dei costi di bonifiche di Sala, Fondazione Fiera rivendicava il diritto di non versare tutta la cifra poiché non erano state realizzate tutte le opere concordate. Il Dott. Grando ci ha comunicato che al contrario il Tavolo di lavoro ha confermato tutti i 75 mln e che Arexpo pagherà in due tranche presumibilmente a settembre e nei primi mesi del 2017. Anche in questo caso, ci riserviamo di verificare nei verbali quanto ci è stato detto, non appena ci arriveranno.

Abbiamo fatto notare che, come Fondazione Fiera scriveva, le opere permanenti e quelle strutturali risultavano autorizzate solo con titoli provvisori e abbiamo chiesto come avevano intenzione di risolvere questo problema, visto che tali opere non solo devono essere riconsegnate da Expo ad Arexpo con titoli autorizzativi permanenti, ma anche in vista del “Fast Post Expo”. Il Dott. Grando ci ha risposto che per il “Fast Post” il problema è stato bypassato grazie a perizie di ingegneri che hanno verificato e prorogato la scadenza del titolo provvisorio a 36 mesi per le strutture temporanee e che per quelle permanenti stanno gradualmente certificando la regolarità urbanistica e che giungeranno alla consegna con le autorizzazioni necessarie.

Ovviamente noi controlleremo che tutto sia fatto a regola d’arte.

PROTOCOLLO LEGALITA’

Ci siamo lamentati del fatto che ad oggi, ad inizio “Fast Post”, ancora Arexpo non lo abbia firmato. Ci è stato garantito che verrà sottoscritto nei prossimi giorni.

DISMANTLING

Abbiamo chiesto lo stato della fase di dismantling e ci è stato risposto che ad oggi circa 8/10 padiglioni stranieri sono stati già smantellati. Come sapete, stiamo verificando che per ognuno sia stato fatto quanto previsto, cioè smantellamento del manufatto, verifica del terreno sottostante, riempimento del buco con terreno a norma e rifertilizzazione finale.

Appena avremo nuove informazioni come sempre vi terremo aggiornati.

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