Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha depositato un progetto di legge di modifica alla Legge regionale 33 che disciplina la Sanità lombarda che, se approvato, rivoluzionerebbe i criteri delle nomine dei direttori generali sanità.
La figura del direttore generale nasceva nel 1992 con l’intento di aziendalizzazione le strutture erogatrici di prestazioni sanitarie e per rafforzare la dimensione regionale nelle funzioni di programma, controllo e governo complessivo del sistema. Negli intenti il direttore generale avrebbe dovuto non essere politicizzato e lavorare in ambito manageriale. Con un decreto del Ministro Rosi Bindi del 1999 la figura diventa però di carattere fiduciario per il Presidente della Regione che nomina i direttori generali. Nel 2012 con il cosiddetto Decreto Balduzzi si è cercato di ovviare alle distorsioni che il sistema delle nomine politiche ha creato e di fissare, almeno a livello nazionale, alcuni criteri che inserissero nella scelta dei direttori generali elementi di qualità individuale di tipo manageriale.
Con il progetto di legge il Movimento 5 Stelle chiede che la Regione recepisca le indicazioni del Decreto Balduzzi e le adatti alle specificità della Lombardia in modo che i criteri di nomina siano totalmente certi e trasparenti e favoriscano la buona gestione della sanità pubblica.
“E’ un progetto che impone trasparenza, merito e professionalità. Per il Movimento 5 Stelle per diventare direttore generale sono necessari requisiti professionali stringenti e verificabili e la distanza da qualsiasi conflitto di interesse.
La fedina penale di un direttore generale deve essere inappuntabile: la nostra proposta esclude dall’amministrazione della sanità persone che abbiano condanne, anche non definitive, per delitti contro la pubblica amministrazione o contro l’ordine pubblico”, spiega Silvana Carcano, prima firmataria del progetto.
“Altri requisiti per noi fondamentali – continua – sono l’assenza di doppi incarichi, una età massima e un trattamento economico fisso, trasparente e congruo. Chiediamo poi una valutazione periodica dei direttori generali e una relazione alla Commissione della Salute e un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale e della Commissione stessa nelle decisioni relative alle nomine e nel controllo del sistema”.
“Oggi abbiamo direttori generali di nomina politica e il sistema è una stampella della casta. Riportare efficienza e fiducia nell’amministrazione significa trovare il corretto equilibrio tra chi prende le decisioni e chi amministra e fermare la fame di poltrone della casta”, conclude Carcano.