L’analisi del bilancio di Serravalle Spa, la società a partecipazione pubblica (anche regionale), delinea uno scenario davvero preoccupante sulla Pedemontana, di cui Serravalle è azionista di maggioranza. Leggiamo nella relazione che la Pedemontana “si sta concretamente effettivamente adoperando per porre in essere ogni azione necessaria al fine di rispettare gli impegni e le tempistiche previste dagli atti convenzionali per il reperimento della provvista finanziaria e per la realizzazione dell’intera infrastruttura. Tuttavia è necessario precisare che elemento essenziale per la bancabilità del progetto è il reperimento dell’ulteriore quota di equity (cioè i soldi dei soci) necessari per la costruzione dell’intera infrastruttura, per il quale in merito alla suddetta necessità la controllata ha rinnovato la richiesta ai soci di fare tutto quanto nelle loro possibilità affinché si possa reperire l’equity sopra citato. In assenza della disponibilità dell’equity la bancabilità del progetto e quindi l’ultima esecuzione del tracciato sarebbe seriamente compromesso”. Insomma manco dirlo la Serravalle chiede ulteriori soldi (ai soci) per procedere con la Pedemontana. Il messaggio è forte e chiaro ed è stato messo nero su bianco dalla Serravalle, che potrà farsi carico della richiesta della Pedemontana solo a fronte di un adeguato aumento di capitale. Se il Comune di Milano e gli altri soci pubblici, si sfilano da Serravalle a metterci i soldi chi dovrebbe essere se non la Regione Lombardia? Del resto la Serravalle è esposta verso la Pedemontana per complessivi 150 milioni di euro di prestito. Per non parlare del contenzioso con Strabag, l’impresa austriaca che avrebbe dovuto occuparsi dei lavori licenziata da Pedemontana a cantieri già predisposti, e che ora chiede il risarcimento dei danni. Insomma, per Pedemontana “il rischio di soccombenza viene qualificato come possibile”. Una situazione esplosiva, se consideriamo che Pedemontana ha chiuso l’anno 2017 con una perdita di 7 milioni e mezzo di euro a fronte di ricavi per quasi 30 milioni di euro. La Pedemontana non riuscirà ad avere un pareggio di bilancio prima di cinque anni (secondo loro) e con questo andamento, se dovesse andare male il contenzioso, è una società tecnicamente fallita. La partecipazione in Pedemontana è stata svalutata per 6 milioni di euro da parte della Serravalle. In questo contesto appare normale che il Comune di Milano che possiede il 18% della Serravalle voglia farsi liquidare il prima possibile. Quello che viene da chiedersi è perché se tutti questi soci pubblici vogliono fuggire dalla Serravalle, Regione Lombardia non prende nessun provvedimento in merito. A dire la verità uno lo ha preso: la Regione ha rinunciato agli interessi attivi pari a 5 milioni di euro che gli erano dovuti da ASAM, la società interamente di Regione Lombardia che controlla al 52 % la Serravalle. E intanto noi paghiamo, anche con i caselli, dato che i vari aumenti dei pedaggi, che hanno generato una crescita del 65% sul bilancio 2017 rispetto al 2016, servono a fare cassa per tentare di salvare una nave che sta affondando.
Marci Fumagalli – Consigliere Regionale M5S Lombardia