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Tassare le merendine contro l’aumento del diabete

I maggiori esperti al recente Congresso Europeo di Diabetologia di Barcellona,
hanno lanciato l’allarme sul forte rischio della comparsa anticipata del diabete di tipo 2 tra i giovani merita attenzione e interventi rapidi.

Anche da questi dati nasce l’idea di tassare bibite zuccherate e merendine, particolarmente nocive per la salute dei nostri giovani che tendono sempre più spesso ad abusarne.

Gli ultimi dati confermano le opinioni dei medici: sotto i riflettori sono finite le cattive abitudini alimentari dei giovani.
I numeri dicono che tra gli under 30 i casi di diabete progrediscono di oltre il 2% annuo e si prevede che entro il 2050 il totale dei malati sia destinato a quadruplicare.

In particolare, uno studio di “The Lancet” riporta come nel mondo ben due miliardi di adolescenti (1 su 5) sia obeso o in sovrappeso con una crescita costante tra il 1990 e il 2016 quando i consumi di bibite zuccherate, dolci e merendine è aumentato esponenzialmente.

Nel nostro paese, il primo report “Italian Barometer Obesity” pubblicato quest’anno stima che ci siano 1 milione e 700 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso cioè il 24% della popolazione tra i 6 e i 17 anni.

Non crediamo sia sbagliato tassare le merendine e le bibite zuccherate perché prima di tutto teniamo alla salute delle future generazioni. Pensiamo che sia fondamentale prevenire l’insorgere di malattie gravi come il diabete anche perché l’aumento dei pazienti che soffrono di queste gravi patologie è preoccupante e genera maggiori costi per il sistema sanitario nazionale”, commenta Raffaele Erba del Movimento 5 Stelle.

Due mesi fa, a luglio, il Consiglio della Lombardia aveva approvato un Ordine del Giorno del consigliere regionale pentastellato finalizzato a promuovere percorsi di educazione alimentare su tutto il territorio per sensibilizzare i ragazzi ad adottare comportamenti corretti a tavola.

L’obiettivo è offrire a tutti la possibilità di capire quali sono i cibi salutari grazie al supporto di un personale specializzato e disincentivare comportamenti alimentari a rischio che possano prevenire obesità e sovrappeso infantili”, spiega Raffaele Erba, primo firmatario del documento.

 

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