L’intervento di Roberto Cenci (Consigliere M5S Lombardia) su La Prealpina.
Resto colpito, direi amareggiato dal fatto che ogni giorno sento parlare miei colleghi politici o amministratori dell’importanza di salvaguardare l’ambiente, per alcuni in televisione è diventato un mantra.
Per altri è diventato di gran moda riempirsi la bocca con il problema del consumo di suolo e la necessità di ridurne l’uso.
Oltre alle parole belle che illudono gli ascoltatori, mi domando dove sono i fatti? La risposta è semplice: il vuoto più assoluto.
Nonostante le crisi economiche e sanitarie, da quella del 2008 all’attuale relativa al Covid, la macchina della cementificazione non si è fermata e non ha intenzione di fermarsi.
Ovunque si possono vedere nuovi cantieri, sia nei piccoli Comuni sia nelle periferie delle grandi città; le aree verdi diminuiscono, la cementificazione del territorio aumenta e aumenta la immissione di CO2 perché dove c’era il verde, dove c’erano alberi ora c’è cemento, queste parole mi ricordano una canzone di Adriano Celentano.
Veniamo a noi, la nostra Lombardia è una delle regioni in Europa che maggiormente soffre il problema del consumo di suolo, purtroppo troppo poco si sta facendo per risolvere il problema; siamo infatti troppo impegnati a ricercare benessere e sviluppo economico, dimenticandoci che non è possibile vivere in salute e con alta qualità di vita se distruggiamo l’ambiente nel quale dobbiamo vivere e nel quale dovranno vivere i nostri figli.
Vorrei dire al Lettore che sono molto preoccupato per chi verrà dopo di noi, che cosa lasceremo a loro, sicuramente debiti e inquinamento.
Proseguiamo il percorso, in Lombardia ci vantiamo di avere strumenti di pianificazione e governo del territorio avanzati e innovativi, ma poi i PGT prevedono indici edificatori molto alti e non regolamentano in modo stringente la cementificazione.
Tutte o quasi le nostre città sono densamente costruite, povere di grandi spazi verdi e parchi e circondate da un territorio totalmente divorato da strade, infrastrutture, edifici, industrie.
Nei piani urbanistici si individuano reti e corridoi ecologici, zone naturalistiche da salvaguardare e aree protette tutelate, ma sovente la macchina della cementificazione riesce a superare anche questi vincoli e si insinua in ogni dove.
Così facendo le nostre reti ecologiche sono ormai ridotte all’osso, continuamente interrotte e private di ogni funzione ecologica, la biodiversità, che è la vita stessa nelle sue molteplici forme, viene impoverita se non annullata.
Mi domando e chiedo al Lettore: dove sia la tutela e la salvaguardia del suolo e la riduzione del suo consumo?
Dico, urlo basta parole al vento, basta nuove costruzioni, basta cemento, ristrutturiamo e recuperiamo edifici dismessi questa è la retta via per salvaguardare l’ambiente.
Questa è l’ora di agire, è un atto di forza che chiedo a Tutti, iniziamo con un gesto “verde” piantumando nuovi alberi, così facendo daremo ossigeno e vita alle nostre città.