L’articolo di Roberto Cenci (Consigliere M5S) su La Prealpina:
Ho lasciato che le onde create dai capi di Stato che hanno partecipato al vertice G20 tenutosi a Roma con grande visibilità (forse troppa) si attenuassero prima di intervenire per cercare di evidenziare come alcune prese di posizione o promesse difficilmente si potranno realizzare.
Entro nel merito e vengo a riparlare della piantumazione di alberi; la notizia è rimbalzata su giornali, televisioni e radio. L’impegno preso dai grandi del pianeta mirerebbe (il condizionale è d’obbligo) a realizzare la piantumazione di mille miliardi di nuovi alberi nell’arco di nove anni, ovvero entro la fine del 2030.
Per valutare se tale impegno o promessa potrà essere realizzata nel tempo previsto occorre partire da un presupposto: sul pianeta Terra ci sono poco più di tremila miliardi di alberi, circa 440 per ogni abitante del pianeta; alberi che ci danno ossigeno e utilizzano la CO2 per crescere.
Ovviamente sono molteplici gli utilizzi delle piante e l’elenco sarebbe lunghissimo. In nove anni si dovrebbero piantumare un terzo degli alberi che sono oggi sul pianeta.
Il problema dello spazio
Primo problema: abbiamo spazio sufficiente per un’opera così ciclopica? Non credo per un semplice motivo: gli incendi dolosi e il disboscamento a cui assistiamo continuamente sono dovuti principalmente alla sete di nuove terre da coltivare, per sfamare i quasi otto miliardi di cittadini che si cibano di troppa di carne; per gli allevamenti serve molto territorio dove coltivare foraggi.
Il Lettore ha già compreso come l’impegno dei grandi troverà ostacoli difficilmente sormontabili. Ho avuto modo di scrivere come la crescita sul nostro pianeta sia troppo veloce; vorrei ricordare che esperti hanno valutato in quattro miliardi il numero massimo di persone che il pianeta può sopportare.
La valutazione delle nascite
Una corretta valutazione delle nascite andrebbe fatta da chi ci governa, purtroppo abbiamo anche interventi in senso opposto fatti da chi si dovrebbe occupare più della salute dell’anima e di risolvere gli scandali interni che costituiscono una inammissibile vergogna.
Ritorniamo ai nostri alberi: in Italia, negli ultimi anni, il comparto foreste è aumentato di numero, anche a causa dell’abbandono dei pascoli alti, che oggi sono diventati boschi.
Tale aspetto non deve però far cadere l’impegno che il primo ministro Mario Draghi ha assunto, piantumare due miliardi di alberi, resto molto scettico sulla sua totale realizzabilità.
Gli aspetti che andrebbero presi in considerazione sono molteplici, collegati e non di facile realizzazione. Controllo delle nascite, un’alimentazione meno ricca di carne (per ridurre i pascoli e avere suoli liberi), creazione di un apparato governativo che abbia il compito di gestire la piantumazione dei due miliardi di alberi e molto altro ancora.
Penso che i “bla bla bla” di Greta e dei tanti giovani che sono giustamente arrabbiati siano corretti, se ci si riferisce alla piantumazione di mille miliardi di alberi entro l’anno 2030. Tutti noi, e io per primo, lo speriamo anche se, a conti fatti, il progetto difficilmente sarà realizzato nella sua totalità. Mi permetto di suggerire ai governanti di riflettere prima di promettere la luna.