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La nuova Casa di Comunità di Desenzano del Garda era stata annunciata nel lontano 2021, ma, ad oggi, non esiste ancora nemmeno un cantiere.
Solo a inizio agosto alcuni servizi hanno trovato una sede presso il nuovo Centro Socio Sanitario Polifunzionale in via Mezzocolle, realizzato da un privato e messo a disposizione gratuitamente alla ASST del Garda, proprio vicino a dove dovrà sorgere, prima o poi, la CDC.
In questi giorni la nostra Paola Pollini M5S si è recata presso il nuovo centro, per toccare con mano la situazione.
All’interno del nuovo CSSP hanno trovato provvisoriamente sede i servizi di scelta e revoca; i Servizi per la disabilità (in tre piccoli uffici senza servizi igienici); il centro vaccinale e l’Assistenza Domiciliare Integrata trasferita parzialmente. Nel CSSP trova posto anche il polo formativo mentre gli infermieri di famiglia fanno riferimento ancora agli ambulatori dell’ospedale.
Così come le attività del Consultorio, ancora svolte presso gli ambulatori dell’Ospedale, in attesa dell’accreditamento da parte di Regione.
Rispondendo a una nostra interrogazione, l’Assessore Bertolaso sosteneva che la piena operatività del nuovo consultorio fosse imminente, ma al momento è ancora tutto fermo. Anche Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza e il centro per la cura della depressione ancora non trovano una collocazione stabile. Il primo in attesa della nuova CDC e il secondo in attesa di prendere operatività presso il nuovo Centro della Fondazione Abrami, dove gli uffici sono pronti ma rimangono ancora inspiegabilmente chiusi.
Da anni come Movimento 5 Stelle denunciamo la messa in atto di una ben precisa strategia volta a distruggere il servizio pubblico. L’emorragia di personale medico e infermieristico non si arresta e alla palese incapacità, dimostrata negli anni passati dalla dirigenza dell’Azienda sanitaria gardesana, di non saper trattenere, valorizzando, i propri dipendenti si aggiungono le lungaggini di opere che sembrano non vedere mai fine.
Il defunto ospedale di Lonato è l’emblema di questa totale inefficienza: con i lavori mai partiti ora è arrivata l’interdittiva per infiltrazioni mafiose per la ditta appaltatrice.
A Gavardo, fino a qualche anno fa, si parlava di importanti interventi di ristrutturazione e rilancio. Ora si contano i giorni prima che un nuovo reparto venga chiuso.
A Salò il progetto del nuovo ospedale è scomparso dai radar, mentre a Desenzano il dibattito si infiamma sul dove realizzare la nuova struttura, invece che riqualificare l’esistente.
Nel frattempo il personale cerca nuove prospettive e le poche CDC operative devono contendersi i pochi professionisti rimasti. Come tanti altri cittadini, che credono ancora nel servizio pubblico, attendiamo di sapere come intenda Regione Lombardia garantire il giusto numero di medici, infermieri e tecnici prima di passare definitivamente la mano ai privati.

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