Da mesi, oramai, a Brescia e provincia, infuria un dibattito molto acceso fra cittadini, istituzioni, enti no-profit ed enti “profit” circa la salubrità e la fruibilità dell’acqua.
Se da una parte, infatti, molti cittadini hanno riscontrato, a seguito di analisi private, una presenza di cromo esavalente assai superiore ai limiti di legge (in alcuni casi superiore anche di 65 microgrammi/l rispetto al limite previsto per legge di 50 microgrammi/l), da un’altra 400 residenti di via Milano, il 29 Marzo, hanno subito la chiusura coatta dei rubinetti di casa per l’impossibilità a saldare i crediti vantati dall’azienda A2A nei confronti del condominio ai numeri civici 114, 115 e 116.
Lo scorso 22 Marzo, in concomitanza con la Giornata mondiale dell’acqua, la capogruppo del Movimento 5 Stelle di Brescia Laura Gamba, ha depositato una mozione al Consiglio Comunale di Brescia contenente un’unica, semplicissima proposta per avvicinare la politica territoriale sulla somministrazione dell’acqua potabile al principio sancito dalla risoluzione ONU 28 Luglio 2010 GA/10967, il quale dichiara che il diritto all’acqua è “un diritto umano universale e fondamentale”.
La mozione proposta prevede la somministrazione gratuita, per ogni cittadino residente, dei 50 litri d’acqua pro capite al giorno necessari all’espletamento di tutti quei bisogni necessari e primari tipici dell’essere umano ( GA/10967 ).
Secondo gli ultimi dati ISTAT, a Brescia il consumo giornaliero procapite è di 205 litri: esiste un notevole divario fra quantità d’acqua realmente necessaria e quantità d’acqua effettivamente utilizzata.
La mozione del Movimento 5 stelle, se accolta, recherebbe vantaggi alla cittadinanza meno abbiente, senza in alcun modo danneggiare l’azienda erogatrice del servizio A2A in quanto “ la mancata fatturazione per la gratuità dei primi 50 litri di acqua potabile può essere facilmente ripartita, col criterio della progressività, diluendola sulle eccedenze erogate, che, mediamente, dedotta la gratuità a Brescia ammontano a 155 litri pro-capite giornalieri ”.
Una simile tariffa, basata sul criterio della ripartizione dei costi del servizio idrico diluito sulle eccedenze,
perseguirebbe il principio comunitario “chi inquina paga”.
L’erogazione dei 50 litri giornalieri di acqua gratuita porterebbe, inoltre, i seguenti vantaggi:
1) aumentare la sensibilità dei cittadini nei confronti della preziosità della risorsa come patrimonio dell’umanità;
2) ritenere la dotazione un diritto alla vita, ma allo stesso tempo degno di attenzioni contrarie allo spreco; 3) non discriminare le famiglie in forte difficoltà sociale garantendo loro l’erogazione del minimo vitale;
4) consolidare l’idea che gli amministratori comunali sostengono la pubblicità dei servizi indispensabili alla vita;
5) innescare comportamenti virtuosi nei confronti della risorsa, del servizio idrico e della sua gestione”.
Risultati assolutamente non trascurabili, visto il periodo di crisi del mondo occidentale consumista e sprecone, e considerati i nuovi orientamenti delle politiche comunitarie per la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti delle tematiche ambientali più rilevanti.
L’auspicio è che il Comune e l’azienda municipalizzata di erogazione del servizio vogliano compiere un ulteriore passo sulla strada della sensibilizzazione, del vivere sostenibile e della cooperazione fra popolo fruitore ed erogatori di servizi necessari.
Il testo completo della mozione