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Città metropolitane: l’ennesimo tentativo della casta di autotutelarsi

Quando i cittadini sono chiamati a sottoscrivere le liste e a scegliere direttamente chi votare, sappiamo che più del 20% sceglie il Movimento 5 Stelle.

Alle ultime elezioni politiche, nel solo primo fine settimana abbiamo raccolto quasi 13 mila firme per la presentazione della lista, a fronte delle 2 mila necessarie. I partiti, come spesso gli accade negli ultimi tempi, sono invece dovuti ricorrere a firme false (non si contano i procedimenti penali in corso in tutta Italia).

Gli stessi partiti hanno cercato di arrestare questa ondata di partecipazione con uno schema sempre più prossimo al modello fascista, di fatto negando ai cittadini il diritto di scegliere i propri candidati e rappresentanti (preferenza).

Come se non bastasse, hanno introdotto l’elezione indiretta per le città metropolitane, le province (ma… non erano state “abolite”?) e a breve anche per il Senato. Evidentemente non ancora soddisfatti, si sono poi divertiti a mortificare tutti gli strumenti di democrazia diretta (si veda l’aumento delle firme necessarie per leggi d’iniziativa popolare e referendum).

Il leit-motiv è sempre il medesimo: escludere i cittadini dalle scelte che determineranno il loro (nostro) futuro. Ma con garbo, senza fargliene rendere conto, inondandoli di false promesse in campagna elettorale e producendosi nell’esatto contrario a riflettori spenti.

Dovevano abolire le province, ricordate? Certo, come no. Nei fatti, non solo continueranno ad esistere, ma ad esse si aggiungono le “città metropolitane”, ed entrambi gli organi saranno eletti con un sistema perverso.

I consigli delle città metropolitane – che nei principali centri italiani avranno un ruolo non indifferente – saranno eletti, anzi sarebbe meglio dire “nominati”, dagli stessi consiglieri già eletti nei comuni della provincia.

Pensate: una casta che elegge sé stessa. È la nuova frontiera del poltronismo, la “ipercasta”.

La partecipazione alle consultazioni che si terranno per eleggere la città metropolitana è di fatto limitata ai partiti che già nei vari comuni hanno vinto le elezioni, e hanno goduto dei rispettivi premi di maggioranza. Saranno sempre loro a nominare il futuro consiglio metropolitano che adotterà scelte strategiche, con  conseguenze dirette sull’area vasta.

Ci siamo sempre opposti ad elezioni che escludono i cittadini. Anche se tali organi costituzionali dovessero continuare ad esistere, adotteremo ogni strumento democratico praticabile affinché questi siano almeno scelti dai cittadini.

Per tali ragioni, a Milano abbiamo presentato una lista al solo fine di acquisire il diritto e la legittimazione giuridica a poterci opporre a questa legge-porcata per vie giudiziarie, con l’obiettivo di pervenire ad un pronunciamento nel merito della Corte Costituzionale.

I PORTAVOCE M5S LOMBARDI

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