Fondazione Salvatore Maugeri: le misure di risanamento esistono già da oltre un anno, non impattano sui lavoratori: si risparmierebbero 19,3 MLN Euro all’anno: vanno solo applicate!
La vertenza degli oltre 3.500 lavoratori della Fondazione Maugeri è a un momento di stallo: la bozza di accordo presentata dalla Fondazione Salvatore Maugeri ai sindacati, circolante in rete, e di cui anche il M5S ha preso visione, ci pare francamente inaccettabile in quanto comporta una serie di pesanti sacrifici a carico dei lavoratori che non sono responsabili del dissesto finanziario della Fondazione, dissesto ascrivibile a cause legate alla gestione della Fondazione e da perdite non strutturali, bensì episodiche e contingenti, derivanti sia dalle vicende giudiziarie che l’hanno coinvolta, sia dal conseguente inasprirsi delle condizioni di accesso al credito da parte di Fondazione Maugeri.
Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S, dichiara: “Fondazione Maugeri ha ripetutamente annunciato in questi mesi la presentazione di misure di risparmio sui costi di gestione, ma a tutt’oggi le uniche misure concretamente avanzate impatterebbero esclusivamente sui lavoratori”. “Come Consigliera Regionale ho già sottoposto sia ai vertici Fondazione Maugeri, sia alle parti sociali, nelle rispettive audizioni in Commissione Sanità di Regione Lombardia e nelle interrogazioni presentate dal M5S a tutti i livelli istituzionali, l’esistenza di misure alternative di risanamento e la richiesta di applicazione delle stesse”.
“Sottolineo – continua Nanni – che una via alternativa al risanamento del bilancio esiste già, ed è tracciata molto chiaramente proprio nelle relazioni sul Bilancio presentate annualmente da FSM, nonché nel Business Plan elaborato dal management con la consulenza di Pricewaterhouse. Il problema è che tale via alternativa, già studiata e quantificata, è stata solo parzialmente intrapresa, e anzi, soprattutto rispetto alle previsioni e alle indicazioni contenute nel business plan 2013-2017, dobbiamo constatare un significativo scostamento dagli obiettivi prefissati. Dalle nostre analisi di bilanci e business plan 2013-2017 appare chiaramente che si possono risparmiare ben 19,3 Milioni di Euro all’anno senza impattare sul costo del lavoro. Regione Lombardia ha una diretta competenza in campo sanitario, nonché una stringente responsabilità politica legata alla tutela dell’eccellenza di una Fondazione come Maugeri e alla tutela dei diritti dei lavoratori: per questo motivo, oltre alle azioni istituzionali che come M5S abbiamo già messo in campo in Regione Lombardia, in Piemonte ed in Senato, ho sentito il dovere, da consigliere regionale di opposizione, di illustrare sinteticamente, e non esaustivamente, questi dati in mio possesso che possono favorire una maggiore chiarezza nella vertenza Maugeri.”
Per comprendere meglio la vertenza Maugeri può quindi essere utile richiamare, in modo sintetico e non esaustivo, le misure già previste ma non sempre attuate dal management stesso, per mostrare dati alla mano, e basandosi su documenti ufficiali della Fondazione stessa, che un’alternativa allo scaricare sui lavoratori l’onere del risanamento c’è già, è stata approfonditamente studiata da oltre un anno, ma difetta ancora di una piena volontà e capacità di attuazione concreta.
Partiamo allora dal Bilancio consuntivo al 31/12/2013 nel quale, a p. 5, troviamo l’indicazione sulla seguente misura di risanamento:
“Cessione di alcuni asset aziendali al fine di definire un perimetro della Fondazione compatibile con la sostenibilità nel medio-lungo periodo”.
Tale ipotetica vendita di asset aziendali, come vedremo, e in particolare riguardo agli immobili non strategici, è contenuta anche nel business plan 2013-2017, e quantificata in circa 11 milioni di euro.
Sempre nel Bilancio consuntivo al 31/12/2013 troviamo un’altra preziosa indicazione, riguardante il possibile aumento delle prestazioni in solvenza (p. 6):
“Possibilità di espansione delle prestazioni in solvenza in misura non ancora ad oggi quantificabile; esse rappresentano una buona prospettiva di crescita per compensare almeno in parte la discesa di ricavi dal SSN; verrà strutturato a breve un piano apposito”.
Il sopra menzionato “piano apposito” sulle prestazioni in solvenza è stato predisposto? I vertici FSM sono disposti a discuterlo con i dipendenti prima di procedere con la trattativa su stipendi e benefits?
Se vogliamo indicazioni più dettagliate sulle opzioni di risanamento, dobbiamo guardare al business plan 2013/2017 elaborato dal management con la consulenza di Pricewaterhouse. Lì troviamo, a p. 11, sul costo del personale e i servizi, che il piano prevede ulteriori risparmi, rispetto a quanto conseguito già nel 2012, pari a 10,7 milioni annui, così composti: 4,5 milioni relativi al personale (riduzione dei contratti a termine e delle consulenze), 6,2 milioni per effetto della razionalizzazione di consumi ed acquisti. Il business plan quindi non contiene misure di conversione contrattuale né di riduzione dei salari o dei benefits: piuttosto, il business plan incide significativamente su altre voci di costo.
In merito ai tagli ai trasferimenti da Regione Lombardia, peraltro previsti, il business plan prevedeva un piano di accantonamenti (p. 12-13) che avrebbero compensato le minori entrate; Accantonamenti in previsione dei tagli alle funzioni non tariffabili e delle funzioni speciali: l’accantonamento nel 2012 è stato pari a 6 milioni di euro. I tagli effettivi nel 2013 sono stati pari a 7 milioni di euro (coperti con altre voci, vedi di seguito). Si noti lo scostamento di un milione di euro fra l’accantonamento e i tagli effettivamente entrati in vigore.
Tuttavia, in realtà, i tagli effettuati da Regione Lombardia nel 2013 sulle funzioni non tariffabili e speciali, che ammontano a 7 milioni di euro, sono stati pressoché integralmente compensati da aumenti di ricavi da posti letto e da funzioni solvibili: PWC a tal riguardo scrive: “Tale riduzione [delle maggiorazioni tariffarie e funzioni speciali per 7 milioni di euro NDR] è interamente compensata dal fatturato della nuova struttura di Ginosa (5,9 milioni di euro per ricavi per degenze e prestazioni 2012) e dall’atteso aumento, a partire dal 2014, dei pazienti solventi (per un milione di euro annui)”. Quindi non solo i tagli di Regione erano stati previsti, e FSM aveva anche intelligentemente già pianificato relativi accantonamenti, ma oltretutto tali tagli nel 2013 sarebbero stati compensati da maggiori ricavi. Dunque, dove sono finiti i 6 milioni di euro di accantonamenti effettuati?
Inoltre, il business plan prevedeva, riguardo i Grandi appalti (p. 16): revisione dei contratti e razionalizzazione dei servizi dovrebbero portare risparmi pari (per il 2013) a 0,6 milioni per la ristorazione, 0,9 milioni per i servizi di pulizia, 0,1 milioni sui servizi di lavanderia, 0,9 sullo smaltimento rifiuti. A partire dal 2014 il management prevede ulteriori risparmi per via della ricontrattazione dei contratti in scadenza nei settori della ristorazione e pulizia.
In conseguenza di tali misure di risanamento, il business plan 2013/2017 prevedeva (p. 20) che il patrimonio netto della Fondazione, in seguito anche alla fusione con FERS, passasse da 7,7 milioni di euro a fine 2012 a 29,2 milioni a fine 2013. Qui troviamo forse lo scostamento più grande fra le previsioni e lo stato attuale del bilancio, che vede una fortissima criticità nel patrimonio netto, abissalmente distante dai 29,2 milioni previsti dal piano.
In sintesi: una serie di misure di risanamento erano già state studiate e applicate, ad esempio nel bilancio consuntivo 2012, che mostrava un netto miglioramento della situazione economica della Fondazione. In particolare il business plan 2013/2017 indica in modo puntuale e preciso tutta una serie di opzioni di risparmio, aumento dei ricavi, migliore gestione finanziaria, che avrebbero assicurato un percorso economico virtuoso nel presente e prossimi anni: se confrontiamo i dati previsionali con i dati economici attuali non possiamo non notare un drammatico scostamento, ad esempio sulla consistenza del patrimonio netto (parametro imprescindibile per la continuità aziendale di FSM).
Il confronto con i lavoratori e le parti sociali potrebbe essere più sereno ed efficace se, sul tavolo delle trattative, venissero presentate ed esaminate le misure di risanamento già contenute nei bilanci consolidati e nel business plan, e se tali misure venissero incorporate e rese pienamente effettive nel redigendo piano industriale.
A fine schematici, ho riassunto nella tabella che segue le principali opzioni di risanamento indicate dal business plan 2013/2017, credendo di far cosa utile ai lavoratori ed alle parti sociali che, in questo modo, dispongono di tutte le informazioni utili in vista del confronto del 22 ottobre 2014 con il management.
Regione Lombardia ha una diretta competenza in campo sanitario, nonché una stringente responsabilità politica legata alla tutela dell’eccellenza di una Fondazione come Maugeri e alla tutela dei diritti dei lavoratori: per questo motivo, oltre alle azioni istituzionali che come M5S abbiamo già messo in campo in Regione Lombardia, in Piemonte ed in Senato, ho sentito il dovere di illustrare sinteticamente, e non esaustivamente, questi dati in mio possesso che possono favorire una maggiore chiarezza nella vertenza Maugeri.