Ieri il Consiglio dei Ministri ha annullato la delibera regionale numero X/1985 del 20 giugno scorso in tema di richiami vivi, dopo aver diffidato la Giunta a ritirarla. Il M5S da giugno aveva posto il problema chiedendo all’Assessore Fava di ritirare la delibera.
Giampietro Maccabiani, consigliere del Movimento 5 Stelle Lombardia, dichiara: “Per l’ennesima volta Regione Lombardia si distingue negativamente quando assume provvedimenti in tema di caccia e richiami vivi. E’ deprimente che si debba muovere lo Stato per correre ai ripari per una delibera maldestra che avrebbe generato una serie di multe dall’Europa alla Lombardia”.
“A Giugno, e successivamente con una interrogazione in Commissione Agricoltura, avevamo posto il problema all’Assessore e chiesto di ritirare la delibera, spiegando puntualmente che non rispettava le condizioni dell’Unione Europea. L’uso di reti è espressamente vietato dalla normativa e il calcolo del numero di prede deve essere fatto sulla base del tasso di mortalità degli uccelli e non sul numero assegnabile a ciascun cacciatore, come fa la Lombardia. Più volte l’Assessore ha dichiarato la delibera perfettamente legittima. Evidentemente sbagliava, conosce poco l’argomento e visti i risultati e attestata l’incompetenza sul tema dovrebbe dimettersi”.
Lettera dell’Assessore Fava a Andrea Fiasconaro, di M5S, che chiedeva spiegazioni sui richiami vivi
Desidero sinteticamente rispondere al consigliere regionale Andrea Fiasconaro (M5S) sul tema dell’utilizzo dei richiami vivi per le caccie tradizionali. Fin dall’inizio della mia esperienza politico-amministrativa ho sempre applicato le leggi sebbene – in qualche occasione è capitato – non le condividessi. Agendo nel rispetto delle normative non faccio spallucce, ma nemmeno intendo annullare atti assolutamente legittimi, come hanno dimostrato le ordinanze del Tar e del Consiglio di stato. Se il governo ritiene di avere buoni motivi per annullare i provvedimenti lombardi proceda pure, ma mi corre l’obbligo di ribadire il concetto che la legge è uguale per tutti e le regole non possono trovare applicazione solo quando fa comodo o come clava contro eventuali avversari politici. Ricordo, inoltre, che il legislatore nazionale ha affidato a Ispra l’espressione di un parere di conformità delle delibere in tema di caccia, sulle quali non entro nel merito se l’utilizzo di richiami vivi sia giusto o sbagliato. Mi fermo all’oggettività delle cose. Mi limito a ricordare però che Ispra – emanazione del ministero dell’Ambiente – ha dato a Regione Lombardia parere favorevole. Questi sono i fatti, che evidenziano la coerenza di Palazzo Lombardia e il rispetto delle leggi. L’unica battaglia a tutela delle nicchie dell’esecutivo regionale, se Fiasconaro permette, riguarda la difesa delle tipicità agroalimentari del territorio dalla contraffazione (a vantaggio di tutti i consumatori). Ma di questo passo, con l’invasione di clandestini che stiamo subendo da mesi nell’indifferenza sostanziale dell’Ue, ci vedremo costretti a difendere i lombardi come popolazione di nicchia. Gianni Fava
Andrea Fiasconaro
Consigliere regionale M5S Lombardia