Con riferimento al convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, organizzato per il 17 gennaio 2015 da Regione Lombardia,
il M5S Lombardia ha depositato un’interrogazione a risposta immediata (scarica qui) che verrà discussa in Aula del Consiglio Regionale il 13 gennaio p.v.
E’ intollerabile che un’Istituzione laica organizzi un convegno in collaborazione con Associazioni ed enti che propagandano una posizione “settaria”, ideologica, escludente e riduttiva del concetto di famiglia, escludendo dal dibattito tutte quelle Associazioni che tutelano la famiglia in ogni sua espressione.
Questo convegno propone una visione escludente della famiglia e non va incontro ai doveri istituzionali di tutela e difesa del nucleo familiare come fondamento della società in tutte le sue espressioni, in quanto impone un solo modello come unico meritevole di tutela, ledendo i diritti di migliaia di cittadini e famiglie lombarde. Nell’interrogazione che abbiamo presentato richiamiamo la sentenza n. 138 del 2010 della Corte Costituzionale che sancisce il diritto alla tutela giuridica e istituzionale di tutte le formazioni familiari, incluse le famiglie omosessuali, monoparentali e solidaristiche: quella sentenza di rango costituzionale non può essere ignorata e deve trovare applicazione in una linea d’azione politica coerente e responsabile di tutte le Istituzioni, compresa ovviamente Regione Lombardia.
Associazioni come Obiettivo Chaire propongono inverosimilmente assistenza psicologica contro i presunti danni derivanti dall’orientamento omosessuale. E’ evidente che simili posizioni non sono solo anti-storiche ma anche anti-scientifiche. Da decenni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che l’omosessualità non è una patologia bensì una naturale variante della sessualità umana: per questi motivi il prestigio di un’Istituzione come Regione Lombardia viene leso se usato per avallare un certo tipo di propaganda ideologica priva di qualsiasi base scientifica o etica.
Peraltro troviamo il comportamento della Regione schizofrenico in quanto, solo pochi mesi fa, ha concesso il patrocinio al Pride di Milano, manifestazione che invoca l’uguaglianza e la pari dignità di tutti i cittadini e delle loro famiglie, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, mentre oggi organizza un convegno che va in direzione opposta. Chiediamo quindi che Regione Lombardia riproponga il convegno sulla famiglia includendo nel dibattito quelle associazioni che hanno una visione inclusiva della famiglia in tutte le sue espressioni. Non è la Lega che può imporre quale sia il modello di famiglia da seguire, ma la Lega, proprio perché al Governo della Regione Lombardia, ha il compito di tutelare tutte le forme in cui si esprime la famiglia nella società lombarda.
Ci auguriamo inoltre che la preannunciata programmazione da parte della giunta regionale di una serie di altri convegni sulla famiglia vada nella direzione del rispetto della totalità delle espressioni di famiglia presenti nella nostra regione.