L’Assessore regionale all’ambiente Claudia Terzi ha risposto, nel corso del Consiglio regionale, a un’interrogazione del M5S Lombardia in merito alle criticità riscontrate da ARPA nell’inceneritore A2A di Brescia. Nella relazione vengono messe in luce diverse criticità nella gestione dell’impianto, come spesso è successo dopo le visite di ARPA. Ad esempio Aprica, il gestore dell’impianto, utilizza un algoritmo per misurare la temperatura della camera di combustione non validato scientificamente, il tenore di ossigeno della camera di combustione è troppo basso (con conseguenze sulla qualità dei fumi che fuoriescono) e non sono state adottate completamente le prescrizioni oggetto della diffida del 2012 relative al mantenimento dei limiti di CO e COT (carbonio organico totale, indice della qualità della combustione).
Il M5S chiedeva all’assessore di prendere provvedimenti verso i gestori dell’impianto, considerato anche che il testo unico ambientale prevede, in caso di non ottemperanza alla diffida, anche la revoca dell’Autorizzazione integrata ambientale.
Giampietro Maccabiani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, dichiara: “La risposta dell’Assessore ci è parsa surreale. Infatti, a proposito delle condizioni anomale di funzionamento e dei limiti di CO e COT, l’Assessore ha parlato di una interpretazione non univoca del testo unico ambientale, in particolare del comma 4 dell’art. 237 octies decies. Vi sono infatti due interpretazioni diverse della normativa e quindi con diverse conseguenze sul gestore.
Da un lato una interpretazione, che l’Assessore stessa ha definito “restrittiva”, di ARPA Brescia e dall’altro una interpretazione più “morbida” di Aprica, incredibilmente condivisa da Regione Lombardia.
Siamo al paradosso! ARPA Brescia, che fa parte di ARPA Lombardia, ente del sistema regionale, braccio di regione Lombardia per la tutela dell’ambiente, competente nella legislazione ambientale, ed una società controllata da una società per azioni, Regione Lombardia condivide il parere di Aprica! ARPA Brescia fa gli interessi dei cittadini, ovvio che Aprica faccia i suoi! E Regione Lombardia avalla e condivide gli interessi di Aprica. La regione fra gli interessi dei cittadini e di società per azioni si sceglie la seconda”.
“Invece che valorizzare il lavoro dell’ente del sistema regionale, si preferisce chiedere al Ministero di chiarire la questione, sperando magari che dia ragione ad Aprica. La regione deve seguire l’indirizzo di ARPA Brescia, sarà compito poi del gestore far valere il suo parere in altre sedi se ritiene di essere nel giusto.
È veramente incomprensibile questa presa di posizione della Regione. A questo punto cosa ne facciamo degli enti come ARPA se li si mortifica in questo modo? Non solo non ci sono soldi per loro e manca il personale, ma addirittura non si segue l’interpretazione delle leggi di cui ARPA è pienamente competente e a cui la Regione ha dato questo compito”, conclude Maccabiani.