In completa antitesi con gli indirizzi del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti che prevedono la dismissione dei vecchi inceneritori presenti in Lombardia, la provincia di Monza e Brianza propone di costituire un ATO (ambiente territoriale ottimale) per lo smaltimento dei rifiuti sul territorio brianzolo.
Il Consigliere regionale Gianmarco Corbetta la definisce “Una manovra miope e corporativa che, ancora una volta, ha come motivazione – reale e non dichiarata – quella di salvare il forno inceneritore di Desio. Di fatto si tratta della riproposizione della fusione Bea/Cem allargata a Gelsia Ambiente, un abbraccio mortale per questa realtà dinamica che con la sua politica di potenziamento della raccolta differenziata (tramite la tariffa puntuale) da troppo fastidio agli strenui difensori piddini del vecchio forno desiano.”
“Con il pretesto di “tenere in mano pubblica” l’intera gestione dei rifiuti, si vogliono mettere insieme aziende che svolgono attività contrapposte tra loro, creando un carrozzone politico di dimensione provinciali che impedirebbe qualsiasi evoluzione virtuosa del sistema di gestione dei rifiuti: insomma si vuole “cambiare tutto perché tutto resto come è”.” prosegue Corbetta.
E mentre oggi festeggiamo la decisione di chiudere il forno ACCAM di Busto Arsizio (traguardo raggiunto soprattutto grazie alle battaglie del M5S in Regione e sul territorio), in provincia di Monza e Brianza si cerca di togliere autonomia e possibilità di sperimentare nuove vie per la gestione pulita dei rifiuti a quei sindaci che ancora lavorano per fare gli interessi veri dei cittadini.
L’idea del M5S brianzolo è, al contrario, quella di salvaguardare le aziende pubbliche che fanno la raccolta e favorire forme di aggregazione sub-provinciali che si avvicinino alla filosofia degli Ambiti di Raccolta Ottimali, all’interno dei quali ai sindaci venga garantita la massima libertà di sperimentare nuove modalità operative di erogazione del servizio.
Per quanto riguarda lo smaltimento, il forno inceneritore di Desio deve essere chiuso nel più breve tempo possibile e riconvertito a Fabbrica dei Materiali proprio come sta avvenendo a Busto Arsizio e come stanno chiedendo molti cittadini attraverso la petizione che sottoscrivono presso nostri banchetti. La conclusione di Corbetta è che “il rifiuto da smaltire, una volta imboccata la strada verso rifiuti zero e avendo a disposizione una Fabbrica dei Materiali, diventerà una marginalità del sistema, la cui gestione sarà semplice, poco onerosa e soprattutto meno inquinante.”
Se la Regione non ha mai istituito gli ATO provinciali per i rifiuti, come candidamente ammette anche la Provincia di Monza e Brianza, un motivo ci sarà!