Questa settimana è stato incardinato nelle Commissioni Politiche dell’Unione Europea, Attività Produttiva e Ambiente l’esame del pacchetto “Unione per l’energia”, esso consiste in 3 comunicazioni della Commissione Europea volte ad integrare la politica energetica ed ambientale dell’UE per gli obbiettivi da raggiungere entro l’anno 2020.
Formalmente queste comunicazioni sono previste dal TFUE (trattato del funzionamento dell’unione europea) e hanno lo scopo di coinvolgere gli stati membri nelle scelte politiche comunitarie, in molti casi però, rappresentano semplici informative per illustrare ed informare i vari parlamenti di decisioni prese altrove.
Entrando nel merito delle 3 comunicazioni COM(2015)80, COM(2015)81, COM(2015)82, si evince come l’intera strategia energetica sia stata imposta da interessi puramente ed unicamente lobbistici, inoltre esse vanno in direzione diametralmente opposta a quella della sostenibilità, nonostante nei testi si leggano parole come “decarbonizzazione” ed “efficienza energetica”.
Si parla di sicurezza degli approvvigionamenti, in particolare la necessità di diversificare le forniture di GAS.
Molto curiosa è l’affermazione per cui l’Europa “auspica” che possa nascere un HUB sud europeo per lo smistamento del gas e che in questo progetto si siano candidati Spagna, Bulgaria e l’Italia. Alcune domande sorgono spontanee: chi ha deciso questa fantomatica candidatura per l’Italia? In relazione a quale mandato i ministeri hanno deliberato scelte di questo tipo a totale insaputa dei cittadini?
Un anno e mazzo fa in Commissione Attività Produttive abbiamo posto la questione al vice ministro De Vincenti quando era sottosegretario al MISE.
Abbiamo chiesto se esistesse un accordo, un trattato o un piano energetico riguardo la candidatura dell’Italia ad ospitare infrastrutture di stoccaggio e smistamento del gas per il resto d’Europa.
La risposta è stata tutt’altro che esaustiva confermando l’inesistenza di qualsiasi tipologia di accordo, ma che tale ruolo dovesse nascere spontaneamente per una questione unicamente geografica.
Ad oggi, quindi, possiamo tranquillamente affermare che l’idea di far attraversare il nostro paese da questo tipo di infrastrutture è una volontà esclusivamente partitica e non concordata con nessuno.
Noi riteniamo che l’Italia non abbia bisogno di importare altro gas, è sufficiente consultare i dati forniti da SNAM RETE GAS relativi ai consumi degli ultimi 3 anni per capire come siano diminuiti i consumi, si passa da un meno 11% riferito al 2013 e un 17% rispetto al 2012.
Ne sono consapevoli soprattutto ministri e deputati della maggioranza che hanno approvato alcuni “provvedimenti porcata” come il capacity payment nella legge di stabilità 2014, cioè il mercato della capacità elettrica, gli oneri per la disponibilità di potenza.
I cittadini pagheranno i mancati introiti di coloro che 10 anni fa hanno investito in impianti di questo tipo e che ora, grazie al rinnovabile, le stesse centrali anziché funzionare per 10 mila ore l’anno come era stato preventivato, entrano in funzione per soli 2000 ore annue. Le ore di scarto sono state chiamate disponibilità di potenza e il cittadino paga in bolletta lo status per cui quelle centrali sono spente ma “potrebbero” entrare in funzione nei picchi di consumo.
Sono state spese moltissime parole sul rinnovabile ma nella realtà la maggioranza sta tentando in tutti i modi di contrastare questo tipo di approvvigionamento energetico pulito, sicuro e inesauribile.
Ricordo un altro “provvedimento porcata” voluto sempre dal PD, lo spalma incentivi nel DL destinazione italia nel quale sono stati dimezzati gli incentivi ai produttori di energia rinnovabile in modo retroattivo mettendo in difficoltà i piccoli produttori che sui medesimi incentivi avevano pianificato gli investimenti. Nello stesso provvedimento è stata inserita addirittura una tassa sull’autoconsumo, tutti coloro che si autoproducono energia attraverso il sole o il vento dovranno comunque pagare gli oneri di sistema nonostante la rete di distribuzione non venga utilizzata. Questa è la triste situazione in Italia, un mercato elettrico ed energetico fortemente drogato
Che bisogno c’è di costruire altri gasdotti?
C’è realmente bisogno di far diventare l’Italia territorio di stoccaggio e di passaggio per il gas azero o quello africano?
Assolutamente nessun bisogno, ma la cosa ancor più grave è che in questi documenti, tuttora al vaglio delle commissioni, si usa il pretesto della sicurezza energetica per giungere ad uno scopo ben preciso e cupo per il futuro, si riportano qui parole del testo
” la Commissione auspica anche un aumento dell’energia prodotta all’interno dell’unione, con riferimento alle fonte rinnovabili ma non escludendo ulteriori fonti come ad esempio il gas di scisto “.
La Commissione Europea ha chiaramente ammesso di voler raggiungere l’indipendenza energetica attraverso lo sfruttamento dei giacimenti europei del gas racchiuso nelle rocce argillose.
Uno sfruttamento che implica complesse e dannose tecniche di estrazione come il fracking, fratturazione idraulica delle rocce, una tecnica che prevede oltre alle classiche trivellazioni, anche la frantumazione delle rocce del sottosuolo attraverso esplosivi ed agenti chimici che possono irrimediabilmente intaccare le falde. In Europa le riserve di gas non convenzionale sarebbero pari a 15 mila miliardi di metri cubi di cui 2 mila miliardi stimati solo in Polonia. Per l’Italia è evidenziata una vasta area di giacimenti ricadenti nella Pianura Padana, in regioni come l’Emilia-Romagna, il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia. E soprattutto in Lombardia.
Per questo motivo anche il Movimento 5 Stelle di Varese, attraverso il suo Portavoce Cosimo Petraroli, si opporrà con tutte le forze a questo tipo di massacro ambientale, non dobbiamo e non possiamo devastare l’Ambiente solo per un guadagno economico di pochi, non serve all’Italia altro gas ma serve preservare e conservare in buono stato l’Ambiente per le generazioni future, noi non possiamo far pagare un debito così alto a chi verrà dopo di noi.