“Prima di appoggiare o meno qualsiasi progetto sui terreni Expo, vogliamo che i nodi relativi ai terreni Expo siano sciolti da chi è titolato a garantire che quei terreni siano stati bonificati.
È avventato e imprudente, al momento, prevedere un campus universitario sull’area dell’esposizione: è una zona che non può essere utilizzata per uso residenziale o verde, come prevede invece il progetto dell’Università Statale.
Cmc è la centrale delle coop rosse che ha vinto l’appalto per la pulizia dell’area. Entro il 5 novembre 2013 avrebbe dovuto terminare i lavori che invece sono ancora in alto mare. Cmc non solo chiede più soldi (fino a 110 milioni), sostenendo di dover fare lavori che non erano previsti, ma chiede anche che il termine di consegna sia spostato, col primo atto, al settembre 2014, con motivato dissenso della Stazione Appaltante, e con il secondo atto al 26 giugno 2015, sceso al 31 marzo 2015, guadagnando anche un premio di accelerazione. Ci auguriamo che prima di qualsiasi previsione di progetto si faccia chiarezza su quelle aree: i terreni sono stati bonificati? Sono già state avviate le richieste di rivalsa nei confronti dei precedenti proprietari? E perché, avendo sollevato la questione a luglio del 2014, oggi Arexpo non è ancora capace di fare chiarezza su questo importante tema? E perché nessun politico è mai responsabile degli errori commessi?
L’allora sindaco Moratti aveva più volte garantito che i terreni non dovevano essere bonificati. E quindi perché CMC continua a far salire i costi, quando, tra le motivazioni, si legge anche che “al fine di evitare la sospensione dei lavori, si è reso necessario ordinare l’allontanamento dei maggiori rifiuti rinvenuti durante gli scavi”.
E chi ha permesso che uno degli appalti più contestati, quello della rimozione delle interferenze, in cui il movimento terra è attività preponderante, potesse essere assegnato senza che CMC avesse la disponibilità delle aree al momento dell’indizione della gara? Mancanza questa che ha comportato, si legge nella Relazione della Corte dei Conti che per le correzioni successive “fosse necessario approvvigionare una quantità analoga di materiale di nuova fornitura per i riempimenti e soprattutto per consentire la formazione dei rilevati” e che “in corso d’opera sono stati individuati ulteriori rifiuti speciali di varie categorie, quantificando la variante in 31 mln di euro”.
Chi dovrebbe pagare queste differenze a fronte di decisioni politiche di fare Expo su quei terreni? Perché Arexpo, dichiarazioni avvenute in Commissione territorio il mese scorso, non ha attivato la procedura di rivalsa sia dei 6 mln rientranti nell’accordo quadro, sia quelli eccedenti?
Perché Regione Lombardia nel luglio 2012 approva una delibera che esclude dalle bonifiche alcuni areali di Expo, che poi risultano comunque inquinati, come il comparto 4, come da nota di Expo del 28 gennaio 2014?
Ricordo, infine, che i terreni su cui sorge l’Expo sono stati declassati, con atto del commissario Sala nell’agosto 2013, dalla tabella A alla tabella B del Codice Ambiente, D. Lgs 152/2006, per abbassare le soglie di rigore dei controlli ambientali, vista la temporaneità e l’urgenza dell’esposizione universale. Con quel provvedimento il dott. Sala dispone anche che il sito non sarà “compatibile con la funzione residenziale/verde”.
Il nodo da sciogliere, quindi, è chi, con quali soldi e quando i terreni sui cui la Statale sta facendo dei progetti verranno trattati per rientrare in tabella A? E come è stato possibile che il bando precedente, fortunatamente andato deserto, prevedesse invece un Masterplan con residenziale e verde senza che venisse mai spiegato pubblicamente che sarebbe servito un ulteriore sforzo di bonifica prima di ottenere la garanzia di poter fare del residenziale? Perché Arexpo non ha risolto il problema da noi sollevato a luglio del 2014? E perché i progetti attuali prevedono del residenziale, senza che venga chiarita la questione delle bonifiche?
Forse, le altre forze politiche, prima di appoggiare uno o l’altro progetto, per il quale non abbiamo nessun tipo di problema, dovrebbero preoccuparsi di chiedere chiarezza, così come stiamo facendo noi, sia sul tema bonifiche che sul tema conflitto di interesse di Fondazione Fiera, che è, al contempo, venditore dei terreni e socio di Arexpo.
Silvana Carcano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia