In questo periodo sto studiando le leggi regionali che regolano il servizi per l’impiego e il sistema di istruzione e formazione professionale in Lombardia. Come è noto la nostra regione già da qualche anno ha scelto di abbandonare l’idea che i servizi per l’impiego e per la formazione professionale debbano essere gestiti da enti pubblici a favore di un modello in cui i destinatari di tali servizi possano disporre di una “dote” da spendere a loro scelta in strutture pubbliche (centri per l’impiego, enti di formazione) piuttosto che aziende private (agenzie per il lavoro, ecc).
Il presupposto di tale modello consiste nel fatto che i cittadini possano scegliere in base alla qualità dei servizi offerti e ai riscontri positivi ottenuti sul mercato del lavoro.
Per questo motivo sia la legge che regola i servizi per l’impiego che quella sulla formazione professionale prevedono la cosiddetta “clausola valutativa”, cioè l’obbligo per la giunta regionale di predisporre ogni due anni una relazione sui risultati ottenuti nel promuovere lo sviluppo occupazionale e nel favorire le condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro e il raggiungimento di più alti livelli di istruzione e formazione, chiarendo le modalità con cui sono state distribuite le risorse pubbliche destinate all’attività degli operatori.
Queste relazioni sono dunque degli strumenti fondamentali per capire come sono stati spesi i soldi pubblici e se hanno effettivamente prodotto dei risultati utili per i cittadini! E per correggere il tiro, nel caso ce ne fosse bisogno.
Considerato che le due leggi in questione sono del 2006 e del 2007, ad oggi la Regione avrebbe dovuto produrre sette relazioni valutative del sistema che è stato messo in piedi. In realtà è stata prodotta una sola relazione, nel 2012, sul mercato del lavoro, mentre sul sistema dell’istruzione e formazione lavoro non si è prodotto nulla!
Ma c’è di più. La legge prevede un sistema per la valutazione dei servizi per l’istruzione, la formazione e il lavoro finanziati o gestiti dalla Regione e che tale valutazione sia fatta da un soggetto terzo indipendente, il cosiddetto “valutatore indipendente”. Anche questa è una figura fondamentale per capire se i soldi dei cittadini siano ben spesi o se finiscono ad enti di formazione che offrono servizi scadenti!
Ma anche questo valutatore indipendente, a ben nove anni dall’approvazione della legge, non è ancora stato istituito in via definitiva.
Di tutto questo abbiamo chiesto conto all’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea attraverso un’interrogazione. Nelle prossime settimane si discuterà una proposta di revisione di queste leggi e non mancheremo di far sentire la nostra voce su questi aspetti fondamentali!