Il 24 Luglio scorso, come Movimento 5 Stelle Lodi, abbiamo presentato, un’esposto alla Corte dei Conti per il bar Paesaggio, il chiosco da 60mq costato 300.000 euro e mai aperto a causa delle infiltrazioni d’acqua (galleria fotografica) e di altre innumerevoli difetti di realizzazione.
IL PRIMO ESPOSTO
Da parecchi mesi ci stiamo occupando di questo scandalo Lodigiano e, dopo due sopralluoghi e una richiesta di accesso agli atti, avevamo già preparato un esposto sulle diverse anomalie emerse dallo studio delle carte. In quella versione, contestavamo la mancata esecuzione di diverse opere rispetto a quanto elencato nei progetti esecutivi, tra cui tutta la pavimentazione in parquet, il riscaldamento a pavimento, i pannelli solari, ecc… tutte opere previste a livello progettuale ma che non erano presenti all’interno della struttura.
In gennaio 2015 Abbiamo presentato anche una interrogazione in Consiglio comunale per avere chiarimenti in merito e soprattutto per richiedere alla giunta ed al Sindaco di attivarsi nell’individuare i responsabili dei danni e del malfunzionamento di tutta la struttura.
Nell’ultimo colloquio finale con il dirigente però è stata menzionata una variante di cui però non ci era stato consegnato nulla quando abbiamo fatto la prima richiesta di accesso a tutti gli atti relativi ai lavori per il Bar Paesaggio.
SECONDO ACCESSO AGLI ATTI, SECONDO ESPOSTO E TERZO ACCESSO AGLI ATTI
Il Comune ci aveva fornito le carte più vecchie e non quelle successive contenenti le varianti, per le quali poi abbiamo dovuto attendere ancora decine di giorni. Per finire, alcuni dei documenti fornitici con il secondo accesso non erano copie conformi all’originale, cosicché abbiamo dovuto fare una terza richiesta agli atti per evitare eventuali inconvenienti…
Dallo studio del progetto successivo alla variante è emerso che le opere stralciate avevano comportato un risparmio di circa 80.000 euro sul totale dei lavori, ma che allo stesso tempoerano stati maggiorati i costi di altre voci ed inserite opere alternative che, seppur tecnologicamente inferiori, avevano riportato il costo al valore iniziale.
In questo modo quindi è stato costruito un bar tecnologicamente più povero e con carenze strutturali talmente evidenti da renderlo inagibile, allo stesso prezzo del progetto iniziale !!
Solo per citare gli esempi più curiosi, abbiamo riscontrato ad esempio che la caldaia a pellet era stata sostituita con una tradizionale a gas e che il riscaldamento a pavimento era stato sostituito con uno tradizionale in battuto di cemento. Opere tecnologicamente inferiori (e più economiche) che hanno comportato un peggioramento energetico rispetto ai livelli del primo progetto, ma per le quali non è stata fornita nessuna motivazione circa le motivazioni del cambiamento. Così ad esempio non è stato realizzato l’impianto fotovoltaico, ne tanto meno è stato realizzato l’isolamento termico in “lana vergine di pecora sarda autoctona” (testuali parole dal computometrico).
Inoltre dalle carte in nostro possesso abbiamo visto come questi soldi risparmiati sono stati “spalmati” su altre opere già esistenti nel primo progetto. Dalla tabella comparativa che trovate a fondo pagina, si possono vedere dei bei. Incrementi del 933% per la fornitura la lavorazione e la posa del cemento armato per 4000 euro, maggiorazioni del 573% per il calcestruzzo, ecc…
Abbiamo addirittura trovato che i pannelli riflettenti del soffitto risultano essere stati pagati due volte, con un extracosto di quasi 10.000 euro
Abbiamo quindi chiesto alla Corte dei Conti di fare chiarezza circa questi aumenti.
Costi che inoltre a nostro avviso appaiono abbastanza anomali già di per loro, come il caso dell’operaio impiantistico specializzato che ha lavorato 1537 ore. Ad 8 ore al giorno fanno 192 giorni di lavoro, che per 5 giorni di lavoro alla settimana fanno quasi 7 mesi di lavoro… per60mq di bar…
Allo stesso modo l’impregnante che dovrebbe essere stato applicato a pennello sulle assi di legno è stata applicata a forfait una superficie di 6.924 mq. Avete letto bene: SeiMilaNovecentoVentiQuattro metri quadri, quanto un campo di calcio per un bar che ne misura 50mq…. Pur considerando tutta l’area di ogni lato delle travi di legno, avrebbero dovuto dare decine di mani di impregnante su quelle assi, ma come tutti possono vedere dalle foto quelle assi stanno già marcendo, dopo neanche un anno dalla fine dei lavori.
Abbiamo inoltre chiesto parere alla Corte circa i ritardi con cui sono stati svolti i lavori. Il contratto tra il Comune di Lodi, la EDIL PCR e la OM.M.G. indicava come termine massimo 120 giorni, ma i lavori in realtà sono durati quasi due anni. Stando alle carte in nostro possesso le sospensioni dei lavori sono state autorizzate in maniera continuativa e senza che vi fossero delle motivazioni specifiche, facendo ritardare la fine dei lavori di oltre un anno e mezzo.
In ultimo, abbiamo chiesto alla Corte dei Conti di quantificare l’insieme dei danni subiti dalla comunità lodigiana, in termini di danni erariali (sprechi e costi di future ristrutturazioni), in termini di danni dal mancato introito (il Comune, e quindi noi cittadini, abbiamo perso un incasso di 700 euro mensili) sia in termini di mancato beneficio (quei 300.000 euro dovevano servire per fornire un servizio alla cittadinanza che evidente non è stato dato)
Ma oltre alla verifica delle cifre e alla legittimità dei numeri e delle procedure, che sarà la Corte dei Conti a stabilire, la considerazione politica che riteniamo debba essere fatta, è la grave inerzia e disinteresse della Giunta e del Sindaco nel prendere provvedimenti per tutelare gli interessi collettivi. Un buon amministratore infatti, a fronte di un danno o una mancanza di requisiti di un opera pagata con denari collettivi, avrebbe dovuto intraprendere nelle sedi opportune azioni di recupero dei danni.
Gli strumenti sono quelli che avevamo indicato nella nostra interrogazione a Gennaio scorso, come la ritenzione delle fideiussioni di garanzia, l’azione risarcitoria attraverso la Assicurazione decennale postuma che ogni opera pubblica dovrebbe avere, e la garanzia di legge delle imprese costruttrici. Certo che chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati è un po frustrante, dopo mesi di lassismo, il neo assessore Tadi sussurra timidamente che qualcosa non ha funzionato.Troppo poco e troppo tardi. Come al solito i responsabili saranno lontani ed imprendibili, e chi lo prenderà in saccoccia, saranno come sempre le casse del comune ed i cittadini.
Abbiamo infine chiesto che venga fatta chiarezza circa le responsabilità delle persone coinvolte nei lavori, chiarendo se la condotta dei responsabili del Comune di Lodi costituisca danno rilevante per l’erario e per la collettività, sia in termini diretti, che indiretti in termini di mancata rivalsa sulle aziende esecutrici. Il fine ultimo di questo lavoro infatti non è solamente la denuncia di uno spreco, ma è l’identificazione degli eventuali responsabili, i quali, sempre se dimostrato, auspichiamo che verranno chiamati a rispondere per il danno arrecato.
E’ ora che inizino a pensare ai soldi dei contribuenti lodigiani come un bene scarso e prezioso, non come una risorsa infinita a disposizione per le loro porcate.
Caro PD lodigiano, è ora di finirla di fare i ricchi con i soldi degli altri !!
MoVimento 5 Stelle Lodi
Clicca qui per vedere le foto dell’interno del bar
Il quadro di raffronto tra computometrico e perizia di variante, dove è possibile vedere la differenza tra i costi tra il primo e il secondo progetto (a destra, le differenze in percentuali).
Per chiunque volesse visionare gli altri documenti che sono in nostro possesso e sufficiente che ci invii una mail a lodi@lodi5stelle.it