A un mese esatto dalla denuncia, con una nuova interrogazione, a prima firma della consigliera regionale M5S Iolanda Nanni, il M5S Lombardia torna di nuovo ad occuparsi del caso CARPIANO, ovvero i 12 ettari di terreni agricoli coltivati e gravemente contaminati con diossine, metalli pesanti e sostanze genotossiche.
“ISPRA – dichiara Iolanda Nanni – ha riscontrato la contaminazione nel 2007. Ebbene, solo a novembre 2011, c’è stato il primo incontro tecnico in Regione in cui peraltro si confermava che l’area veniva regolarmente utilizzata dai conduttori a fini produttivi (specificatamente mais) e che NON vigevano limitazioni d’uso sui terreni interessati. A questo incontro i COMUNI interessati erano assenti. Poi inspiegabilmente c’è un vuoto assoluto fino al 31 maggio 2015 quando si avvia in Regione la Conferenza dei Servizi , gravemente in ritardo rispetto alle indagini di ISPRA del 2007, nonché ancora in alto mare e lacunosa sotto il profilo documentale. In questa sede, l’azienda proprietaria dei terreni ha presentato uno studio che ARPA giudica così: “si ritiene quanto presentato non sufficiente ed esaustivo”. ARPA ha infatti prescritto tutta una serie di maggiori e più diversificati controlli nonché aggiuntive misure per la bonifica. Stavolta, erano assenti la Provincia di Pavia e l’ASL di Pavia.”
“A questo punto – prosegue Nanni – abbiamo ritenuto doveroso depositare una nuova interrogazione per chiedere i motivi di tale ingiustificato ritardo e soprattutto per evidenziare all’Assessorato Regionale competente la presenza di alcune criticità su come è stata condotta la Conferenza dei Servizi. Siamo a un nulla di fatto: dopo 8 anni dalla scoperta della contaminazione dei 12 ettari di terreno, non c’è ancora né un piano di bonifica definitivo, né un divieto di coltivazione, né l’avvio di monitoraggi sull’area. Nulla di nulla. Naturalmente non c’è ancora neanche una risposta alla mia interrogazione del 14 settembre scorso, quando sollevai il caso in Regione.”
“All’interno dell’interrogazione – continua Nanni – chiediamo conto alla Regione del perché ISPRA non sia stata convocata alla Conferenza dei Servizi e non sia stata audita per un autorevole parere anche sulla perizia di parte. Risulta infatti che Regione Lombardia abbia preso per buoni i contenuti dello studio di parte, commissionato dalla proprietà, considerandolo come punto di partenza del c.d. “piano di caratterizzazione” (documento necessario per avviare la bonifica). La presenza di ISPRA è tanto più importante perché, fra ciò che dice lo studio di parte e ciò che rileva ISPRA, c’è una grave divergenza sulle cause della contaminazione: lo studio di parte le individua nello stato delle acque dei corsi adiacenti i terreni, mentre ISPRA parla di possibile “spargimento pirata” di rifiuti tossici e pericolosi. Sono due cose ben diverse che necessitano di approfondimento da parte di Regione, possibile solo attraverso monitoraggi aggiornati e l’interlocuzione con ISPRA. A ciò si aggiunga un altro dettaglio non da poco: mentre ISPRA individua ben 12 ettari di terreno contaminati, lo studio della proprietà li circoscrive a soli 2 ettari. Ora cosa succederebbe se la Regione prendesse per buono lo studio di parte che circoscrive l’area da bonificare a soli 2 ettari senza controllare gli altri 10?”.
“ISPRA inoltre denunciava la possibile contaminazione delle falde acquifere: più tempo si aspetta a fare la bonifica, più alta è la probabilità che gli inquinanti si infiltrino nelle falde, sarebbe opportuno che Regione attivasse subito un monitoraggio costante e strutturale delle falde. Infine non è comprensibile il motivo per cui le Autorità competenti, e in particolare il Sindaco non abbiano ancora emesso un’ordinanza per vietare la coltivazione e l’allevamento sui terreni incriminati: proprio su questo punto intendo sollecitare nei prossimi giorni il Sindaco di Carpiano” – conclude Nanni.