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Nuovo Ospedale di Legnano: bisogna fare chiarezza

Ospedale-Legnano

Vogliamo vederci chiaro sul nuovo Ospedale di Legnano, si vocifera che nei giorni scorsi ci sia stata una visita dei NOC. Ma c’è un precedente su cui è necessario dissipare la nebbia dell’assenza di trasparenza nella pubblica amministrazione. Nel progetto originario dell’ospedale  di Luigi Colombo, cognato di Paolo Alli, deputato legnanese di Forza Italia, ed ex Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia durante l’era di Formigoni, erano previsti tre bunker per la radioterapia. Oggi sembrerebbe che in quegli spazi ci siano solo uffici amministrativi. Dove sono finiti i bunker? Perché non sono stati costruiti? e dove sono finiti quei soldi? Quale risposte offre l’ospedale di Legnano ai malati visto che la radioterapia nei bunker non c’è? Non è che i malati sono costretti a farsi curare in qualche struttura privata accreditata lì in zona?

All’inaugurazione, nel 2010, sia Roberto Formigoni che Carla Dotti, direttrice dell’azienda ospedaliera, e il sindaco Lorenzo Vitali hanno speso parole di orgoglio per la costruzione che l’ex presidente Formigoni definì “un modello Lombardia”. Dotti e Vitali allora visitarono “alcuni reparti prima di andare via complimentandosi per il lavoro svolto dalle imprese costruttrici”.

E’ proprio Dotti che, alla luce di quanto emerso nel corso dell’inchiesta legata all’arresto del vice presidente della Regione, Mario Mantovani, non risulterebbe da manager ospedaliero operare in “piena autonomia” dalla politica: per una nomina “Mantovani non si risparmia e preme sul direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Legnano Carla Dotti (non indagata) affinché l’incarico venga assegnato al suo professionista di riferimento. Da un’intercettazione emerge che Mantovani invita presso la sua abitazione di Arconate la stessa Dotti per un “caffè” durante il quale gli inquirenti sono convinti che l’allora assessore abbia convinto la dirigente a favorire Parotti per quel lavoro che non verrà svolto per problemi indipendenti dalla volontà di Mantovani”.

Insomma c’è troppa Forza Italia, e nessuna radioterapia nei bunker, nel nuovo Ospedale di Legano, tanto che abbiamo già effettuato diverse richieste di documentazione, ma giudichiamo il materiale ricevuto incompleto.  Proprio per questo  abbiamo sottoposto alla Dotti un’altra richiesta di accesso agli atti. Chiediamo la documentazione complessiva su schemi architettonici, elaborati di esecutivi, documentazione progettuale e così via.

E’ scandaloso che la pubblica amministrazione debba essere passata al setaccio per ottenere informazioni che dovrebbero essere pubbliche e trasparenti. Troppo spesso la sanità lombarda è stata usata come un bancomat. Il caso dell’ospedale di Legnano è noto alla cronaca, proprio per questo le nostre verifiche saranno puntuali  e rigorose.

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